Il digitale è la vera
rivoluzione dell’ultimo secolo. Digitale viene da “digit”, la
cifra. Le cifre del digitale sono due principalmente: 1 e 0. 1 e 0
sono i grandi numeri della logica e dell’algebra booleana. 1 e 0
sono il vero e il falso, matematizzati da George Boole. Ma 1 e 0 sono
interpretabili in molti altri modi: sì/no, vero/falso,
maschio/femmina, aperto/chiuso, acceso/spento, ecc. 1 e 0 diventano i
veri numeri universali che possono rappresentare ogni opposizione e
una sequenza di questi numeri può essere segno di tutto ciò che
esiste. Nel computer, infatti, ogni cosa viene codificata in un
linguaggio macchina fatto di 1/0 e successivamente viene decodificata
per tornare alla sua natura originaria. I bit sono gli elementi
minimi di questo grande linguaggio. Essi possono assumere solo quei
due valori, ma non differiscono solo per il valore, ma soprattutto
per l’ordine e la posizione di quei valori. L’informatica
dimostra che la potenza dell’astrazione può rappresentare
qualsiasi cosa. Tutto questo e altro ancora nella terza puntata di
tecnofilosofia:
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lunedì 21 ottobre 2019
sabato 3 febbraio 2018
L'avvenire della filosofia è nell'informatica
Negli
ultimi anni nella filosofia sono aumentati i campi di studio
(neuroscienze, biologia, fisica, mondo sociale, ecc.). Uno degli
ambiti più interessanti è l'informatica. Questo ambito aprirebbe
sbocchi molto significativi in filosofia non solo nel settore della
ricerca, ma anche e soprattutto in quello della tecnologia. In questo
breve testo ho intenzione di incominciare a individuare tutti gli
ambiti possibili dell'informatica in cui la filosofia potrebbe
inserirsi. Del resto, come spiegherò più avanti, è l'informatica
stessa ad essersi già interessata di filosofia in tempi recenti.
Quando avevo seguito il corso di informatica ricordo che il
professore, sapendo che aveva di fronte un pubblico di studenti di
filosofia, aveva tentato di avvicinarsi alle nostre tematiche e lo
aveva fatto incominciando a parlare di temi di etica in ambito
informatico. In effetti se si dovesse pensare un collegamento tra la
filosofia e l'informatica la prima cosa che verrebbe in mente è
l'etica. Gli esempi di casi che coinvolgono l'etica nell'informatica
sono moltissimi: il famosissimo caso Snowden; i video di violenze che
girano sui social network; i problemi di privacy rispetto ai dati; il
problema della tutela della proprietà intellettuale nel mondo
digitale (temi di informatica giuridica e filosofia del diritto). In
filosofia ci sono molte teorie sull'etica, il materiale non manca. A
dire il vero esiste anche una branca dell'etica che si occupa proprio
di temi informatici. Il creatore di questa branca è un filosofo
italiano che è andato ad insegnare in Inghilterra, il suo nome è
Luciano Floridi. Tuttavia quella dell'etica è solo una delle tante
branche della filosofia che è applicabile all'informatica, ce ne
sono molte altre: ontologia, epistemologia, estetica, filosofia del
diritto, ecc.
Il
destino della filosofia ha incrociato abbastanza spesso quello
dell'informatica. In passato ho sostenuto che la
filosofia è matematica.
Il modo più semplice per sostenere una tesi del genere è farlo a
partire dalla logica. Lo stesso Aristotele
conferma
la mia tesi in un passaggio della Metafisica
quando
scrive:
«Il
filosofo è come quello che di solito si chiama matematico, e la
matematica ha parti, perché in essa c'è una scienza prima, una
seconda, e altre successive.» (Aristotele, Metafisica,
Utet, Torino, 2005, p.266)
Non
è un caso che cito Aristotele! Aristotele è il vero filosofo
dell'informatica. Spero che in questo testo riuscirò a
convincervene. Nella rivista americana The
Atlantic è
comparso un articolo dal titolo How
Aristotle created the computer.
Secondo l'articolo la creazione del computer va pensata come una
storia delle idee che vengono dal campo della logica. La logica
matematica è stata sviluppata più recentemente da Boole e Frege, ma
il vero padre della logica rimane sempre Aristotele. Mentre la logica
aristotelica compie i primi passi verso la formalizzazione, ma rimane
sempre sul piano della metafisica, la logica booleana è il primo
modello vero di logica matematica. L'articolo sottolinea il fatto che
nello spiegare la storia della nascita del computer si fanno molti
elogi a Shannon e a Turing, ossia a chi materialmente ha ideato il
computer, ma spesso ci si dimentica della storia della logica nella
filosofia che ha dato un altrettanto importante contributo alla
creazione del computer. In realtà Alan Turing è soprattutto un
logico, un logico che, assieme ad Alonzo Curch, ha dimostrato
l'indecidibilità della logica predicativa, ossia di quella logica
formale che era stata inventata proprio dal filosofo Frege. Frege
aveva realizzato il sogno di Leibniz del linguaggio universale per
tutte le scienze e soprattutto era il primo ad aver formalizzato i
quantificatori. Chi ha scoperto i quantificatori? Aristotele li ha
scoperti. Aristotele è famoso per il suo sillogismo, un algoritmo
che permette di passare dal generale al particolare. Esempio
classico: tutti gli uomini sono mortali; Socrate è un uomo; Socrate
è mortale. L'articolo riflette molto sull'influenza che ha avuto
Aristotele sul matematico Boole. Boole in Laws
of Thought ha
formalizzato l'enunciato generale di Aristotele in questo modo: tutto
ciò che è dell'insieme x (uomo) è anche dell'insieme y (mortale).
Questo si scrive secondo Boole nel seguente modo: x
=
x * y. Claude
Shannon usò
la logica di Boole per creare circuiti elettrici. Questo fu anche il
tema della sua tesi, tesi che si intitola Un'analisi
simbolica dei relè e dei circuiti.
Le tecnologie di Shannon, come spiegano nell'articolo, ora sono
tecnologie che troviamo ovunque in informatica, anche in un moderno
iPhone della Apple. Per capire come è veramente nato il computer,
tuttavia, bisogna rivolgersi piuttosto ad Alan Turing e alla sua
grande scoperta: l'indecidibilità della logica predicativa. Si dice
decidibile un linguaggio della logica quando è possibile dire per
ogni formula se questa formula è valida oppure no. La validità è
espressa nella logica nei termini della conseguenza logica e una
formula è conseguenza logica di un insieme di formule in logica se e
solo se è impossibile che ciò che soddisfa tutte le formule
dell'insieme non soddisfi anche quella formula. Quello che ha provato
Turing è che non c'è un metodo per dimostrare che un dato argomento
è valido, ossia che una certa formula è soddisfatta se e solo se
appartiene ad un dato insieme di formule logiche. Il problema parte
da un quesito di David Hilbert ed è noto come Entscheidungproblem
(problema
della decisione). Hilbert lo aveva pensato per la matematica, ossia
si chiedeva se esistesse un algoritmo per dimostrare che un certo
enunciato della matematica è vero oppure che è falso. La così
detta macchina di Turing è stata pensata prima di tutto per
risolvere un problema di questo tipo. Nell'articolo si dice che Alan
Turing è stato il primo a pensare che motori, programmi e dati
potessero lavorare assieme. Il primo computer che sfrutta il modello
di Turing è l'ACE (Automatic Computing Engine). In sintesi
l'articolo sostiene lo statuto di filosofo dell'informatica di
Aristotele a partire dagli studi di Aristotele sulla logica. Come ho
detto, del resto, il computer funziona anche grazie ad una tecnologia
ispirata alla logica matematica, una tecnologia filosofica. Si noti,
inoltre, come nella programmazione di fatto si fa molto uso della
logica classica e del successo che ha avuto una
teoria
filosofica, come la teoria dei tipi di Bertrand Russell, all'interno
della programmazione informatica.
Il
legame tra la logica e l'informatica è molto stretto, ma non credo
che l'uso di Aristotele in informatica finisca qui. Ho detto che oggi
gli informatici sono molto interessati alla filosofia e questo
riguarda soprattutto l'ontologia informatica. Si potrebbe pensare che
l'ontologia informatica, dato che l'ontologia è una branca della
filosofia, sia una branca della filosofia. In realtà è come un
regno di mezzo che congiunge le due materie, dato che gli informatici
stessi si interessano del tema. L'ontologia, per come la usano gli
informatici, consiste in un gigantesco catalogo di ogni cosa. Spesso
è usata per settori come il web o le banche dati. Il problema si
capisce molto bene con un esempio di questo tipo: la divisione in
cartelle e la distribuzione dei file. Prendo una cartella e la chiamo
pdf, supponendo di metterci dentro tutti i libri con quella
estensione. Pdf funziona come fosse un genere assoluto, genere sotto
il quale ricadono tutte le tipologie di libri che metto nella
cartella. Poi nella cartella apro altre cartelle scrivendo i nomi
delle specie dei libri: filosofia, informatica, letteratura, storia,
fisica, ecc. Nelle singole cartelle metterò altre cartelle con i
nomi di autori, per esempio sotto filosofia posso mettere le
cartelle: Gottlob Frege, Henri Bergson, Bertrand Russell, Jaques
Derrida, ecc. In ogni cartella metto i libri che possiedo
relativamente ad ogni autore. Con questo lavoro ho fatto una completa
classificazione di tutti i miei file. Questo è quello che intendono
gli informatici per ontologia. Chiaramente l'informatico non lo usa
tanto per le cartelle, ma per le banche dati piuttosto o altro
ancora. Questa accezione del termine ontologia, che non è l'unica, è
stata creata dai filosofi. È un grande vecchio sogno dei filosofi
quello di trovare un modo per classificare tutto ciò che esiste. Uno
dei primi a farlo è stato proprio Aristotele nella sua Metafisica.
Questa accezione di ontologia è riscontrabile nel metodo
aristotelico della dialettica. Aristotele distingueva il genere dalla
specie. Pdf è sicuramente il genere che accomuna tutti i file che
hanno quella estensione. Dal momento che non tutti i file pdf sono
identici, ve ne devono essere di molteplici specie. Allo stesso modo
Aristotele diceva che l'animale è il genere che è comune sia
all'uomo che al procione, solamente che il procione non è un animale
razionale, ossia non appartiene alla stessa specie dell'uomo. Il
problema consiste nel trovare i generi sommi e poi cominciare una
divisione. I generi sommi secondo Aristotele sono le categorie. In
generale Aristotele usava un metodo di divisione che segue la logica
della non contraddizione. Per esempio il genere animale si divide in
animali razionali e animali non razionali. Questo permette di
generare un albero nel quale non ci sono rombi, ossia non ci sono
elementi o sottospecie che ricadano contemporaneamente sotto
categorie opposte. Questo problema della classificazione ha
continuato a tormentare i filosofi anche dopo Aristotele fino a
filosofi come John Wilkins e Roderick Chisholm. È degno di nota il
fatto che gli informatici abbiano costruito un linguaggio di
programmazione specifico proprio per l'ontologia, il linguaggio si
chiama OWL
(web
ontology language).
Le
meraviglie del pensiero di Aristotele non finiscono qua: la logica
aristotelica esprime la prima forma di ragionamento deduttivo. È su
questa forma di ragionamento che si basa l'intelligenza artificiale.
Il computer è programmato per seguire determinate regole (generale)
e quando si presenta un caso (particolare) che ricade sotto quella
regola, la regola viene applicata. La filosofia è una grande
scommessa sulla ragione e su come la razionalità giochi un ruolo
essenziale nell'emancipazione dell'uomo e nel progresso. Con
l'evolversi dell'informatica le macchine sono diventate sempre più
complesse fino ai moderni robot. Il computer è nato come un
calcolatore, perciò sorge una domanda spontanea: i computer e i
robot hanno la ragione o almeno un modello un modello di razionalità
strumentale? Il computer Deep Blue della IBM ha battuto il campione
mondiale di scacchi, che conseguenze dobbiamo trarre da questo? che è
stato più intelligente? Lo studio della robotica e dell'intelligenza
artificiale è oramai entrato da parecchi anni nel dominio della
filosofia. Inizialmente soltanto i filosofi analitici si
interessavano del tema, ora anche alcuni continentali cominciano
scrivere su questi argomenti. Nella filosofia analitica gli autori
più interessanti sono Hilary Putnam, John Searle e Hubert Dreyfus.
Putnam ha scritto in Mente,
linguaggio e realtà alcuni
capitoli sul rapporto tra la mente umana e i computer, con un
particolare interesse per la macchina di Turing. Searle è famoso per
l'esperimento della camera cinese, con il quale il filosofo intendeva
dimostrare che il computer, a differenza dell'uomo, non è capace di
conoscenza nel vero senso della parola. Hubert Dreyfus ha scritto un
importante libro sul tema dei computer dal titolo: Che
cosa non possono fare i computer.
Dreyfus sostiene che l'intelligenza dei computer è diversa da quella
umana. Mentre il computer segue semplicemente il ragionamento
logico-deduttivo, l'uomo è capace di intuizioni e quando ha
acquisito molto bene delle regole, non ha più bisogno di
ricordarsele. Nella filosofia continentale ad interessarsi di
intelligenza artificiale sono principalmente due autori: Steven
Shaviro e Manuel De Landa. Shaviro ha scritto il testo Discognition
in
cui studia il pensiero umano e quello del robot. De Landa invece ha
scritto un interessante libro sull'impiego dell'intelligenza
artificiale in ambito militare (La
guerra nell'era della macchine intelligenti)
e un libro sul tema del cervello (Philosophy
and Simulation: the emergence of synthetic reason)
con un interesse per la teoria computazionale. Lo studio comparato
della mente umana e dell'intelligenza dei robot è un settore che
interessa vari ambiti della filosofia come la fenomenologia, la
filosofia della mente e la neurofilosofia.
L'ontologia
potrebbe interessarsi di moltissimi altri oggetti. Aristotele afferma
che l'uomo è un animale sociale. Anche quando l'uomo è solo nella
sua camera al computer si connette con gli amici e chatta. Oggi molta
della realtà sociale è come se fosse trasferita su internet.
L'ontologia sociale potrebbe studiare ed interessarsi anche dei
social network. De Landa, ad esempio, ha dedicato una parte del suo
libro sull'ontologia sociale a questo tema. Inoltre, dopo la svolta
continentale dell'ontologia orientata all'oggetto e l'ontologia
applicata degli analitici, lo spazio di studio sull'informatica
potrebbe estendersi a qualsiasi oggetto. Così potrebbero nascere
domande come: che cos'è ontologicamente un sito web? Come nascono
gli oggetti nel web of things? Si potrebbe andare ancora oltre
studiando proprio i meccanismi che stanno alla base di tutto il
computer, è quello che sembra fare un libro come The
logic of the digital di
Aden Evens. Questo solo per quanto riguarda l'ontologia, ma ci sono
ancora altre branche della filosofia come l'estetica. È possibile
scrivere l'estetica della foto digitale o usare l'estetica come
branca per studiare la grafica? Deve esserci un modo. Sono molti gli
ambiti dell'informatica in cui la filosofia potrebbe introdursi e
siamo solo all'inizio del viaggio.
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