Adesso
vorrei parlare della seguente osservazione che fa Gabriel, sempre nel
libro: perché il mondo non c'è?. Si tratta di una cosa che dice
sbrigativamente, o meglio certa di liquidare certe affermazioni di
alcuni ontologi, in particolare sul tempo, ma il punto è che lo fa
con troppa velocità, senza prendere sul serio queste affermazioni,
che forse meriterebbero uno studio più approfondito.
Così
Gabriel dice:
"Manche
Ontologen haben etwa behauptet, dass es überhaupt nichts gibt, da
sich bewegt, oder dass der Fluss der Zeit nur eine Illusion ist.
Andere meinen, dass die Vergangenheit oder die Zukunft nicht
existieren, sondern nur die Gegenwart (und auch die nicht so
richtig). Wieder andere meinen, es gebe unzählige mögliche Welten
neben der unsrigen, mit denen wir nur nicht in physischen Kontakt
treten könnten. Alle diese seltsame Annahmen resultieren aus einer
falschen Ontologie. Wenn man ernshaft auf den Gedanken kommt, dass
keine Zeit verfließt, während man seine Ontologie formuliert, ist
offensichtlich etwas schiefgelaufen. Außerdem versichere ich, dass
sich während der Abfassung dieser Zeilen ziemlich viel bewegt hat:
meine Finger, der Cursor, meine Maus, meine Augen, Teile meines
Gehirns, meine Muskeln, mein Herz oder der Zug, in dem ich sitze. In
den ersten Schritten der Ontologie sollten wir also sehr behutsam
vorgehen und keine allzu großen Sprüge wagen." (Warum es
die Welt nicht gibt,
p.69-70)
In
pratica Gabriel ci sta dicendo che ci sono ontologi che affermano che
è un'illusione che qualcosa si muova e che anche il flusso del tempo
sia un'illusione perché in realtà c'è un solo e grande presente,
ma questi ontologi si sbagliano perché evidentemente mentre dicono
questo tutto attorno a loro si muove, in primo luogo la loro lingua
per parlare e nello stesso tempo il tempo scorre in qualche modo,
quindi sembra che non si accorgano nemmeno di quello che hanno
attorno, un po' come Talete che si dice che sia caduto in un pozzo,
mentre camminando guardava le stelle. In realtà questo tipo di
soluzione è molto veloce, vuol dire non prendere in considerazione
una tradizione millenaria, l'idea che il tempo sia un'illusione era
già presente in Agostino, molte religioni orientali affermano
l'illusorietà del tempo e chissà quante altre tradizioni
spirituali. Agostino diceva che il tempo non era comunicabile nella
sua essenza, dal momento che era conoscibile solo tramite intuizione,
ma come trasmettere questa esperienza individuale? Agostino pensa,
c'è un presente che è la situazione attuale, il passato non è,
c'era e quando era, era un altro presente, ora è solo un presente
passato, mentre il futuro non è ancora, quindi può essere
considerato solo un presente futuro. In pratica ciò che è, è solo
il presente, mentre il passato e il futuro sarebbero due non essere,
per questo il tempo sarebbe un'illusione. La cosa interessante è che
un connazionale di Gabriel, ovvero un altro tedesco come Eckart Tolle
afferma la stessa cosa. Tolle ad esempio fa questo esperimento,
prende un gruppo di persone e gli dice: alzate la vostra mano del
futuro!, chiaramente tutti sono lì ad aspettare che arrivi questo
futuro, ma nello stesso tempo si possono accorgere che in realtà c'è
solo presente perché attendono sempre un futuro che non arriva mai.
Se camminando facciamo attenzione ai nostri passi, andiamo avanti
concentrandoci su quello che abbiamo attorno e cerchiamo di prendere
consapevolezza delle cose che ci circondano, potrà capitarci di
accorgerci che in realtà il tempo è una bufala, esattamente come la
storia di babbo natale!. Peccato che Gabriel non prenda sul serio
queste posizioni, ma cerchi di liberarsene velocemente. Il suo
argomento poggia non su una prova del tempo, ma sul movimento e sul
fatto che il movimento non ci sarebbe se non vi fosse prima il tempo
(altro presupposto). Quindi principalmente il suo problema deriva dal
fatto che alcuni hanno detto che il movimento è un'illusione, in
particolare lo facevano Parmenide e Zenone di Elea, ma questi
cercavano di dimostrare che il movimento era un'illusione basandosi
sul fatto che questo contiene paradossi. Micheal Onfray ricorda
sempre che Diogene il Cinico diceva a Zenone di camminare e farsi un
passeggiata per convincersi che il movimento è qualcosa di reale.
Nelle filosofie del 900' molti filosofi tra cui Bergson e William
James hanno sostenuto che il tempo non poteva essere spazializzabile
e ne hanno sempre più fatto un'esperienza soggettiva, maggiormente
relativa. Ai giorni nostri nessuno si sognerebbe più di sostenere
che il tempo sia oggettivo ed omogeneo, quella forma di tempo fa
parte di un nostro modo di codificare il tempo, come già ci
insegnava Kant, il quale considerava il tempo come una forma e come
ci insegna ora anche la PNL con le sue time-line. Non è chiaro dove
voglia arrivare Gabriel, anche perché, come ho detto, non ha senso
fare troppo i realisti con il tempo dopo gli sviluppi del pensiero su
questo argomento nel 900'. Per quanto riguarda il movimento bisogna
vedere gli sviluppi della tecnica cinematografica, perché questa
sembra che ci insegni che il movimento parte da dalle immagini
immobili fatte scorrere, per questo dovremmo pensare che ci sia un
tempo o forse il movimento è il risultato di presenti immobili che
scorrono?. A prescindere da che cosa si voglia sostenere, è
abbastanza evidente che non si può liquidare così facilmente certe
posizioni di ontologia.
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